martedì 3 dicembre 2013

STORMHOLD – EYES IN THE EYES




















Quando si parla di Extreme Power Melodic Death Metal subito ci sobbalzano in mente band come Eternal Tears Of Sorrow, Insomnium, Norther, Children Of Bodom e Kalmah, standard dove i Stormhold non rientrano in particolar modo a farne parte, ma solo in angusto rapporto di quello che ripropongono. Il loro genere è molto diversificato e multiforme, alquanto eclettico di influenze musicali, come ho potuto constatare nel loro ultimo “Eyes In The Eyes”, un EP composto da solo 3 frivole canzoni che malauguratamente lasciano il tempo che trovano. La produzione è abbastanza discreta, anche se la chitarra focalizzando quella ritmica si sente in modo sporadico, quasi asfissiata e soppressa dal basso e dai trigger/blast-beat della batteria, con il quale viene accavallata dagli altri strumenti; quando la chitarra solista appare in primo piano, la tastiera anche lei viene prettamente strangolata dalla produzione, gattonando espressivamente sotto tono. Il lavoro delle 6 corde non è niente di inopinato per il loro impatto uditivo, buttano giù riff  di retrogusto amarognolo Death/Thrash con venature melodiche per dolcificare in modo arieggiato il sound. La voce di Alexey Gasakov è la brutta fotocopia della faconda timbrica di Pekka Kokko, vocalist dei Kalmah, con il quale enuncia un growl non particolarmente cavernoso, ma che a tratti si rasserena diventando ulteriormente ronco. Riguardo alle song, hanno un po’ tutte una sembianza di pensiero sull’album “The Black Waltz 2006”. Sulla prima track “Another Day” dal minuto 0:38 a 0:57 si può sentire ciò, anche se per molti è quasi impercettibile riscontrare una somiglianza con altri gruppi, ma nel caso mio posso dirvi -dal mio orecchio- che ricopia “Curse You All Men!” dal minuto 1:16 a 1:23 degli Emperor. Per il resto non trovo niente di distinto, forse qualche fulgore meno sfrondato su “The History Pages”, dove al minuto 4:00 fino al termine, l’intonazione assume caratteri alla Swedish Melodic Death Metal, in prevalenza ai Eternal Lies - Spiritual Deception 2002. Insomma, questi Stormhold non hanno dato un tocco di perequato nella loro set-list, ma ripercorrono la consueta strada già intrapresa tempi or sono da miriadi di gruppi molto prima di loro; il termine atipico non sanno che significhi.

VOTO: 5/10
-Francesco LaBrie-



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