venerdì 7 febbraio 2014

INTERVISTA AI NEITH (DAVID KRIEG)


Ciao e benvenuti su Sadik Underground Review! Partiamo: a quando risale la creazione dei Neith?

(David Krieg): Il primo embrione di ciò che ora sono i Neith risale al 2009, quando l'intero progetto era poco più che un'idea nella mente di Fabio (chitarra). L'idea si plasma faticosamente in realtà tangibile grazie all'apporto di Dania (basso) e Paolo (batteria). Il sottoscritto, già impegnato con altre band (Soul of Enoch, Hexenfaust, Loculo), si unisce successivamente e collabora alla realizzazione del demo-cd “Soul Disfigurement”. Tra concerti (pochi, ma intensi) e lavoro di composizione in sala prove si giunge al 2012, anno che sancisce l'inizio dei lavori in studio per la creazione del full-length, ma anche la grande tragedia che ci colpirà al cuore: la morte del nostro batterista Paolo. Ciò che avrebbe stroncato la carriera di altri gruppi, schiacciati (giustamente) dal peso emotivo di una simile situazione, ci ha invece spronato a portare a termine ciò che avevamo iniziato insieme, non fosse che per onorare la memoria del nostro amico. Così, nel 2013 ha finalmente visto la luce “Then I”, le cui parti di batteria (ci tengo a dirlo) sono tutte rigorosamente opera di Paolo.

In base a cosa avete scelto il vostro nome? So che Neith era la Dea Egizia della mummificazione

(David Krieg): Ad esser precisi, in primis Neith era la Dea della guerra e della morte, e successivamente anche divinità che sovrintendeva ai processi di mummificazione. Onestamente si potrebbe dire che è stato il nome (e quindi Lei stessa, se vogliamo) a scegliere noi e non viceversa. In principio noi si cercava un monicker che fosse, non dico originale, ma quantomeno non troppo caratterizzante e non immediatamente riconducibile ad una frangia stilistica precisa del Metal. Così ci siamo imbattuti per puro caso in “Neith”. Ma io non credo nel caso, e ritengo che la figura di questa deità incarni alla perfezione lo spirito del gruppo: signora di ciò che in ultima analisi è l'estrema metamorfosi (cioè la morte), nonché madre del caos che accompagna ogni guerra (sia essa reale o simbolica), essa rappresenta il tumulto in divenire della nostra creatività, ma anche la rassegnazione all'inevitabile impossibilità di ottenere pace dallo sfogo di quest'ultima.

Come descrivete la vostra stilistica?

(David Krieg): Metal, senza tanti giri di parole. Certo, se uno legge questa mia dichiarazione pensa che siamo un gruppo di puro Heavy alla Judas Priest, mentre in effetti nel nostro sound sono incorporati elementi di Death, Thrash, Heavy classico (appunto), atmosfere riconducibili a King Diamond (con le più che debite proporzioni)... Ma se dicessi che è impossibile etichettare la nostra musica, che siamo aldilà di influenze percepibili, o addirittura che abbiamo inventato un nuovo genere, il “Neith Metal”, oltre a non corrispondere alla realtà sarei/saremmo davvero ridicolo/i. Quindi noi preferiamo definire la nostra proposta semplicemente “Metal”, per quanto generalizzante e semplicistico possa sembrare. E probabilmente anche questo suonerà presuntuoso a molte orecchie.

Cosa ha fatto scattare l’idea creatrice della vostra personalità?

(David Krieg): 
L'incontro fra tre ragazzi giovani di belle speranze e un vecchio rincoglionito quarantenne come il sottoscritto! A parte gli scherzi, questa “boutade” non è così campata umoristicamente in aria come può sembrare. Il mix fra esperienza/prime armi, voglia giovanile di apprendere/conoscenza veterana ancor curiosa di esplorare, diamanti grezzi/capacità di smussarne gli angoli, ha fatto sì che ci stimolassimo a vicenda fin dai primi giorni.

Da 1 a 10, quanto vi sentite unici nella scena italiana-mondiale?

(David Krieg): Onestamente non me la sento di fare tale valutazione: non voglio peccare né di arrogante egocentrismo poco attinente alla realtà, né di eccessiva umiltà sospetta (altrettanto poco realistica). Sappiamo di avere una forte personalità, ma da qui a definirci “unici” ce ne passa.

10 aggettivi per descrivere la vostra musica.

(David Krieg): 1) Energica 2) Trascinante 3) Ambigua 4) Contraddittoria 5) Aggressiva 6) Mutevole 7) Rancorosa 8) Drammatica 9) Dolorosa 10) Non ancora completa (ma ci stiamo lavorando).

Secondo voi, cosa deve avere una band per emergere qui in Italia?

(David Krieg): 
Intanto dovrebbe essere proprio l'Italia, un tempo culla della cultura (ora discarica delle coscienze), ad esser maggiormente attrezzata e preparata culturalmente per accogliere e favorire lo sviluppo di espressioni artistiche non allineate ad un presunto “gusto comune”. Per quanto riguarda le band, infinite sono le variabili: talento, preparazione musicale, botta di culo, pura sfrontatezza? Tutte e nessuna. E a volte l'una può anche escludere l'altra. Ma c'è una cosa che per me dovrebbe essere fondamentale, in generale per chiunque dichiari di amare la musica, ma a maggior ragione per chi suona in un gruppo: la curiosità, la fame di suoni (attenzione, non l'inseguire bovinamente qualunque nuovo trend), la passione. A fare il paio con la cultura e la memoria storica della musica che si sta ascoltando/suonando: quando un gruppo giovane di Metal estremo, tanto per fare un esempio, mi viene a dire “No, i Venom non mi fanno impazzire” oppure “Degli Slayer ho un paio di canzoni nell'iPod... Carine” io rimango perplesso (per usare un termine pacato e gentile), perché non è più questione di “i gusti son gusti” (con questa scusa vengono commessi continui crimini artistici), questo vuol dire semplicemente che tu non sai cosa stai suonando, che la tua proposta non ha radici e pertanto rimarrà puramente epidermica, superficiale.

Chiudiamo: cosa hanno in servo i Neith per il futuro?

(David Krieg): 
Ora che il disco è uscito, l'obiettivo principale è riprendere in mano gli strumenti e ri-affiatarci con il nuovo batterista, superando il trauma di non suonare più con Paolo (R.I.P.). Dopodiché ci aspetta la sola ed unica trafila possibile per un gruppo come il nostro: dimostrare il nostro valore sul palco.

Grazie mille per essere stati con noi, lascio a voi gli ultimi saluti, a presto!

(David Krieg): Grazie a te per lo spazio concessoci. Spero di averlo sfruttato in modo intelligente.

Intervista a cura di -SADIK-


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