venerdì 28 marzo 2014

EPICRENEL - THE CRYSTAL THRONE


Siete stanchi delle sinfonie neoclassiche dei Rhapsody Of Fire o delle stramberie brasiliane degli Angra? Se la risposta è affermativa, allora apprezzerete senz'altro gli Epicrenel, quantomeno intellettualmente. Proveniente dalla fredda Finlandia, questa band ha sfornato l'estate scorsa un bel disco, "The Crystal Throne", in cui danno un tocco personale a un Power Symphonic Metal che non ha nulla da invidiare ai mostri sacri del genere. A parte qualche svista compositiva, non c'è un punto debole: la sezione solista è impressionante, quella ritmica sempre azzeccata, gli arrangiamenti orchestrali ben congegnati e il vocalist Christian Palin impeccabile. Una avvertenza: per apprezzare appieno questo album saranno necessari molti ascolti. Ma questo è normale, nel genere. "The Crystal Throne" si apre con una intro orchestrale, "The Calling", per poi approdare su "To Cursed Lands Again". Un pezzo orecchiabile, decisamente buono: non il migliore dell'album, ma un buon inizio. La traccia successiva, "Where Kingdoms Fall", è invece perfetta: coinvolgente dall'inizio alla fine, epica al punto giusto, un ritornello fantasmagorico; il pezzo migliore dell'album, dove Palin offre gran prova di sé. "Walls of the Cave", purtroppo, è un pezzo che non arriva: a parte le belle ritmiche che sostengono la sezione solista, non presenta nulla di interessante. La band si riprende tuttavia alla grande con "Floating Soul", un bellissimo pezzo terzinato che a tratti ci rammenta "Far Beyond The Sun" di Yngwie Malmsteen: sempre sostenuto, con melodie molto belle e mai scontato. "Guarding Fellhound" è un altro pezzo di caduta: gradevole ma nulla di più. Tutt'altro si può invece dire della successiva "Into the Dungeon" una canzone davvero interessante. Nonostante sia un po' ripetitiva, non annoia; forse la più originale, cupa com'è. "Skyride" è una strumentale di fattura decisamente Rhapsodiana e incredibilmente accattivante: quattro minuti di pura epicità, costellata da doppia cassa costante e assoli molto evocativi. "Defenders of the Crown" a tratti risulta un po' anonima, ma viene riscattata da un ritornello azzeccatissimo che la rende un altro pezzo forte dell'album. "Phantom's Grove" è un pezzo un po' controverso: originale e insolito, ci ricorda un po' i Rhapsody Of Fire di "From Chaos to Eternity"; a tratti geniale, a tratti privo di senso. Alcuni degli amanti più accaniti del Symphonic di stampo classico potrebbero storcere il naso. Stessa cosa si potrebbe dire di "Conquering the Throne", se la canzone non fosse ottimizzata da un ritornello molto efficace e da un intermezzo orchestrale di altissimo livello. Come chiusura abbiamo "The Coronation", un'altra orchestrale: la band non avrebbero potuto scegliere modo migliore per chiudere. Brevemente: gli Epicrenel sono dei grandi. Hanno un tasso tecnico elevatissimo, un buon gusto, molto da dire. "The Crystal Throne" è un buon album, che oscilla bene tra tradizione e innovazione. A mio parere, l'unico difetto di ordine strutturale è la mancanza di ballad, che avrebbe potuto creare atmosfere più variegate: ma questo non inficia comunque sulla qualità del prodotto, che è ben registrato, ben suonato, ben pensato. Gli Epicrenel sono una band decisamente promettente. Contiamo sul fatto che, con un po' di attenzione alla melodia e minor peso attribuito alla tecnica, il prossimo disco sarà un capolavoro da 10 e lode.

VOTO: 8,5/10
-Maglor-



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